CARTA EUROPEA DELL’ACQUA adottata dal Consiglio d’Europa (Strasburgo, 6 maggio 1968)


Non c’è vita senza acqua. L’acqua è un bene prezioso indispensabile a tutte le attività umane.
L’acqua cade dall’atmosfera sulla terra dove arriva principalmente sotto forma di pioggia o di neve. Ruscelli, fiumi, laghi, ghiacciai sono le grandi vie attraverso le quali l’acqua raggiunge gli oceani. Durante il suo viaggio essa è trattenuta dal suolo, dalla vegetazione, dagli animali. L’acqua fa ritorno all’atmosfera principalmente per evaporazione e per traspirazione vegetale. Essa è per l’uomo, per gli animali e per le piante un elemento di prima necessità. Infatti l’acqua costituisce i due terzi del peso dell’uomo e fino ai nove decimi del peso dei vegetali. Essa è indispensabile all’uomo come bevanda e come alimento, per la sua igiene e come sorgente di energia, materia prima di produzione, via per i trasporti e base delle attività ricreative che la vita moderna richiede sempre di più.


Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili. È indispensabile preservarle, controllarle e, se possibile, accrescerle. In conseguenza dell’esplosione demografica e del rapido aumento delle necessità dell’agricoltura e dell’industria moderne, le risorse idriche formano oggetto di una richiesta crescente. Non potremo soddisfare questa richiesta, né elevare il livello di vita, se ciascuno di noi non imparerà a considerare l’acqua come un bene prezioso, che occorre preservare e razionalmente utilizzare.


Alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita dell’uomo e degli altri esseri viventi che da essa dipendono. L’acqua nella natura è un mezzo vitale che ospita organismi benefici i quali contribuiscono a mantenerne la qualità. Contaminandola, rischiamo di distruggere questi organismi, alterando così il processo di autodepurazione modificando in maniera sfavorevole e irreversibile il mezzo vitale. Le acque di superficie e le acque sotterranee devono essere preservate dalla contaminazione. Ogni scadimento importante della qualità o della quantità di un’acqua corrente o stagnante rischia di essere nocivo per l’uomo e per gli altri esseri viventi animali e vegetali.


La qualità dell’acqua deve essere mantenuta in modo da poter soddisfare le esigenze delle utilizzazioni previste, specialmente per i bisogni della salute pubblica. Queste norme di qualità possono variare a seconda delle diverse destinazioni dell’acqua, e cioè per l’alimentazione, per i bisogni domestici, agricoli e industriali, per la pesca e per le attività ricreative. Tuttavia, poiché la vita nei suoi infiniti diversi aspetti è condizionata dalle molteplici qualità delle acque, si dovrebbero prendere delle misure volte ad assicurare la conservazione delle proprietà naturali dell’acqua.


Quando l’acqua, dopo essere stata utilizzata, viene restituita all’ambiente naturale, deve essere in condizioni da non compromettere i possibili usi dell’ambiente, sia pubblici che privati. La contaminazione è una modifica, provocata generalmente dall’uomo, della qualità dell’acqua, tale da renderla inadatta o dannosa al consumo da parte dell’uomo, all’industria, all’agricoltura, alla pesca, alle attività ricreative, agli animali domestici e ai selvatici. Lo scarico dei residui di lavorazione o di acque usate, che provoca contaminazioni d’ordine fisico, chimico, organico, termico o radioattivo, non deve mettere in pericolo la salute pubblica e deve tener conto della capacità delle acque ad assimilare, per diluizione o per autodepurazione, i residui scaricati. Gli aspetti sociali ed economici dei metodi di trattamento delle acque rivestono a questo riguardo una grande importanza.


La conservazione di una copertura vegetale appropriata, di preferenza forestale, è essenziale per la conservazione delle risorse idriche. È necessario mantenere la copertura vegetale, di preferenza forestale, oppure ricostituirla il più rapidamente possibile ogniqualvolta essa è stata distrutta. Salvaguardare la foresta costituisce un fattore di grande importanza per la stabilizzazione dei bacini di raccolta e per il loro regime idrologico. Le foreste sono d’altra parte utili sia per il loro valore economico che come luogo di ricreazione.


Le risorse idriche devono essere accuratamente inventariate. L’acqua dolce utilizzabile rappresenta meno dell’1 per cento della quantità d’acqua del nostro pianeta ed è molto inegualmente distribuita. È indispensabile conoscere le disponibilità di acqua di superficie e sotterranea, tenuto conto del ciclo dell’acqua, della sua qualità e della sua utilizzazione. Per inventario si intenderà il rilevamento e la valutazione quantitativa delle risorse idriche.


La buona gestione dell’acqua deve essere materia di pianificazione da parte delle autorità competenti.
L’acqua è una risorsa preziosa che ha necessità di una razionale gestione secondo un piano che concili nello stesso tempo i bisogni a breve e a lungo termine. Una vera e propria politica si impone nel settore delle risorse idriche, che richiedono numerosi interventi in vista della loro conservazione, della loro regolamentazione e della loro distribuzione. La conservazione della qualità e della quantità dell’acqua richiede inoltre lo sviluppo e il perfezionamento delle tecniche di utilizzazione, di recupero e di depurazione.


La salvaguardia dell’acqua implica uno sforzo importante di ricerca scientifica, di formazione di specialisti e di informazione pubblica. La ricerca scientifica sull’acqua, dopo il suo uso, deve essere incoraggiata al massimo. I mezzi di informazione dovranno essere ampliati e gli scambi di notizie estesi a livello internazionale e facilitati dal momento che si impone una formazione tecnica e biologica di personale qualificato nelle diverse discipline interessate.


L’acqua è un patrimonio comune il cui valore deve essere riconosciuto da tutti. Ciascuno ha il dovere di economizzarla e di utilizzarla con cura. Ciascun individuo è un consumatore e un uti-lizzatore di acqua. In quanto tale egli ha una responsabilità verso gli altri consumatori. Usare l’acqua in maniera sconsiderata significa abusare del patrimonio naturale.


La gestione delle risorse idriche dovrebbe essere inquadrata nel bilancio naturale piuttosto che entro frontiere amministrative e politiche.


L’acqua non ha frontiere. Essa è una risorsa comune la cui tutela richiede la cooperazione internazionale. I problemi internazionali che possono nascere dall’utilizzazione delle acque dovrebbero essere risolti di comune accordo fra gli Stati, al fine di salvaguardare l’acqua tanto nella sua qualità che nella sua quantità.